fbpx
Mozart, board games and a smartphone

Mozart, i Giochi da Tavolo, lo Smartphone

Ultimamente faccio quasi sempre colazione con pane, burro e marmellata.

Quando nel piatto sono rimaste solo le briciole finisco di bere il tè o il caffè con calma. Accavallo le gambe, guardo i fornelli spenti e penso ai giochi da tavolo. 

Qualche settimana fa però non pensavo al game design, o almeno non direttamente. Riflettevo invece su questa frase che Mozart (quel Mozart) scrisse in una lettera alla famiglia:

“Qui a Milano ho imparato un nuovo gioco che si chiama Mercante in Fiera; non appena torno a casa ci giochiamo.”

Dicembre 1772

Me l’avevano mandata il giorno prima su WhatsApp ed ero andato subito a verificare se Mozart avesse veramente scritto quelle righe. Del resto, nel 2021 è sempre meglio controllare tutto quello che proviene da un social.

Comunque, Mozart inviò veramente quella lettera.

Mozart il giocatore

Per chi non lo conoscesse, il Mercante in Fiera è un semplice gioco d’aste. Appartiene alla tradizione italiana dei giochi fatti sotto Natale e si alterna in molte case alla più celebre tombola.

Carte dall'dizione Dal Negro del Mercante in Fiera.
Edizione Dal Negro del Mercante in Fiera

Tre aspetti delle parole nelle lettera mi hanno colpito:

  • Mozart aveva imparato un nuovo gioco da tavolo; molto semplice e basato sulla fortuna, ma pur sempre uno di quelli che mia zia ha ancora in casa,
  • Mozart aveva ritenuto che il gioco valesse l’inchiostro necessario a nominarlo in una lettera,
  • Mozart premeditava di spiegarlo ad altre persone e di giocarci di nuovo. 

Pur tralasciando la natura del Mercante in Fiera in sé, il noto salisburghese dimostra almeno tre attitudini del giocatore da tavolo moderno: l’apertura a imparare un gioco nuovo, il desiderio di condividere l’esperienza e la volontà di replicarla e diffonderla.

Unito al fatto che si parla di un gioco italiano, nominato da uno dei miei compositori preferiti, originario della nazione in cui attualmente vivo, l’esperienza é stata folgorante.

Breve il passo tra fare queste osservazioni e ipotizzare Mozart che monta una Kallax fischiettando la serenata numero 13 in sol maggiore, che accede a Kickstarter per controllare lo stato dell’ultimo progetto supportato e che torna da Essen in carrozza con le ginocchia fin quasi al mento, perché il resto dello spazio è occupato dalle scatole dei giochi da tavolo comprati.

Per poi ovviamente finire ad immaginarmi la scena in cui spiego a Wolfgang uno dei nostri giochi basati sulla visione digitale. Come avrebbe reagito all’uso del cellulare, seppur marginale, durante la partita? Si sarebbe eccitato all’idea di provare il gioco?

Con il pretesto di rispondere a queste domande esistenziali, ho fatto qualche ricerca sul Mozart meno musicista e più giocatore.

Giochi di trick-taking

Mozart viaggiava molto, spostandosi di corte in corte. Oltre a comporre e a suonare, Mozart giocava. 

Giochi di carte come Tresette, L’Hombre e Tarot erano estremamente popolari e l’immortale musicista prendeva parte a una partita ogni volta che ne aveva occasione. Frequentemente la posta consisteva in somme di denaro, spesso cospicue. Anche qui, Mozart non si tirava indietro e metteva alla prova la propria fortuna, non raramente con esiti disastrosi.

Una partita di L'Hombre in un disegno del 1758 di Daniel Nokolaus Chodowicki.
Una partita di L’Hombre. Disegno di Daniel Nokolaus Chodowicki, 1758

Sembra che Mozart avesse un approccio piuttosto ingenuo al gioco e non fosse in grado di difendersi dai bari al tavolo. Non mancano le lettere supplichevoli in cui chiede ad amici o parenti di coprire i debiti accumulati. 

“Se non mi aiuti in questa situazione, perderò il mio onore e il mio credito.”

Giugno 1788

Debiti a parte, padroneggiare diversi giochi era un’abilità necessaria a mostrarsi uomo di mondo e fondamentale per ben integrarsi nelle dinamiche sociali del tempo. Questo è un fatto di per sé interessante se si pensa a come il gioco da tavolo nella storia e nei diversi gruppi culturali abbia ricoperto ruoli molto diversi. È stato elemento rituale, attività per bambini, passatempo da bar, gioco d’azzardo e hobby di nicchia, per poi emanciparsi dagli aspetti non prettamenti ludici e diventare un fenomeno molto più ampio e trasversale solo negli ultimi 30 anni.

In ogni caso, torniamo a Mozart.

Giochi di destrezza

Dall’età di dieci anni, quando non era occupato a dimostrarsi un Wunderkind, Mozart giocava a Bölzlschießen, letteralmente ‘tiro del bulloncino’. Si trattava di tirare con dei fucili ad aria compressa a bersagli dipinti con immagini ispirate dalla quotidianità del tempo.

Come ogni pomeriggio ludico che si rispetti, un ruolo cruciale era quello dell’ospite, che metteva a disposizione casa, giardino, pasticcini e premi in palio. La famiglia Mozart ospitava spesso partite di Bölzlschießen e Wolfgang sapeva essere molto preciso nello spiegare al padre cosa voleva si facesse disegnare sui bersagli: “Un uomo basso sta chino e mostra il c**o nudo. …[seguono ulteriori dettagli]”.

Fucile ad aria compressa di fine '700
Fucile ad aria compressa di fine ‘700

Sempre nell’ambito dei giochi di destrezza, scorrendo le lettere inviate alla sorella ho trovato un interessante riferimento al gioco delle bocce.

“[…] Se tentassi di elencare tutto quello che ho visto [qui a Roma], questo pezzo di carta non basterebbe. Ho fatto due concerti e domani ne faró un altro. Dopo cena abbiamo giocato a bocce. È un gioco che ho imparato e che ti insegnerò quando torno a casa. Dopo aver finito di scriverti questa lettera, ho intenzione di completare una sinfonia che ho iniziato. […]”

Aprile 1770

Non solo Mozart dà ancora prova di giocare e di voler far conoscere ai familiari i giochi che gli sono piaciuti, ma in poche righe ci propone una sequenza singolare.

Tira via su quello che ha visto a Roma perché non c’è spazio, nomina senza dettagli i concerti fatti e quelli da fare, dedica ben due frasi a un nuovo gioco che ha imparato da poco e conclude, con naturalezza, informandoci che finita la lettera completerà una sinfonia.

BOOM.

Solo

Trasferitosi a Vienna, dove il biliardo era un gioco alla moda, Mozart non mancò di diventarne un grande appassionato.

L’amico di Goethe Sulpice Boisserée scrive che “Mozart era un appassionato giocatore di biliardo ma per niente bravo. Era più interessato all’arrivo a Vienna di un famoso giocatore di biliardo che non di un noto musicista”. E anche qui l’autore prosegue raccontando come il compositore fosse capace di perdere grosse quantità di denaro in poco tempo giocando per intere nottate.

Mozart gioca a biliardo in una stampa stile diciottesimo secolo
Ritratto immaginario del Mozart giocatore di biliardo. Disegno di Oswald Charles Barret, 1938

Mozart possedeva un tavolo da biliardo anche a casa sua. A questo proposito, alcune righe scritte alla moglie dimostrano che il musicista non disdegnava una partita in solitario al proprio gioco preferito.

“Subito dopo la tua partenza, ho giocato due partite a biliardo con il signor von Mozart, poi mi sono fatto portare un caffè nero, dopodiché ho fumato una splendida pipa di tabacco…”

Ottobre 1791

Caffè, fumo, nottate passate a giocare a biliardo. E subito il nostro Wunderkind sostituisce Paul Newman in una scena del film ‘Lo Spaccone’.

Giochi da tavolo e dadi

La famiglia Mozart possedeva anche giochi da tavolo con tavoliere e pedine.

Tabellone del gioco ispirato all'opera 'Il Flauto Magico' class=
Tabellone del gioco ispirato all’opera ‘Il Flauto Magico’, 1793

I riferimenti a giochi specifici non sono dettagliati ma si capisce che questi erano completamente o quasi basati sulla fortuna. Nelle lettere del padre Leopold vengono nominati anche la dama e gli scacchi, ma non ci sono collegamenti diretti tra Wolfgang e questi giochi.

Peccato che il gioco da tavolo ispirato all’opera ‘Il Flauto Magico’ abbia visto la luce solo nel 1793, due anni dopo la morte del musicista.

La tradizione vuole anche che Mozart abbia inventato un sistema per comporre valzer con l’ausilio di due dadi, lanciati ripetutamente, capace di generare 1 518 999 334 532 964 brani diversi, seppur simili nell’armonia.

In realtà, il quaderno ‘Istruzioni per la composizione di quanti valzer si desideri con due dadi, senza capire nulla di musica o composizioni’ fu in effetti pubblicato dall’editore di Mozart ma non ci sono prove che sia sua opera diretta. Tra i manoscritti del compositore sono comunque presenti 176 frammenti di musica, che probabilmente andavano assemblati secondo specifiche regole a generare una breve composizione.

Purtroppo, come in tutte le migliori storie in cui si ritrova un vecchio gioco in soffitta, le istruzioni non sono nella scatola.

Critiche e l’eternità

Qui abbandono un po’ il tracciato ludico e aggiungo una riflessione e un aneddoto non direttamente legati ai giochi. Spero siano d’aiuto a rispondere alla (ragionevolissima) domanda che mi ha portato a scavare negli epistolari di Mozart: avrebbe il celebre salisburghese giocato a un gioco ibrido digitale? 

La critica

Un giorno il mio amico Florian mi ha detto che ascoltare la musica di Mozart non gli procura nessuna gioia.

Ho pensato che si trattasse di un caso isolato. Poi ho guardato meglio in giro e ho scoperto che un numero non trascurabile di amanti della musica classica davvero non sopporta il compositore austriaco. La ragione? Questo gruppo più critico trova che la sua musica sia troppo semplice, ingenua, di intrattenimento.

Da un lato, non si può negare che Mozart, specialmente nella prima parte della vita, abbia scritto musica per compiacere il gusto dei nobili che serviva. Dall’altro, le idee musicali che troviamo nel suo pop settecentesco sono completamente nuove e nella loro semplicità creano interazioni complesse.   

Per come la vedo io, questo è un dilemma che nei giochi da tavolo si tradurrebbe nel chiedersi: Catan vale meno di Twilight Imperium? Azul è peggiore di Dune? Scacchi è semplicistico rispetto a Brass: Birmingham?

Ad ogni giocatore la sua risposta.

Manoscritto di uno spartito di Mozart
Spartito manoscritto da Mozart, 1791

L’aneddoto

Mozart compose l’opera ‘Idomeneo’ sapendo che il famoso tenore Anton Raaff ne avrebbe cantato il ruolo principale.

Raaff era un interprete esperto ma la sua voce cominciava ad invecchiare. Era preoccupato di fallire l’esecuzione e non completamente a suo agio con lo stile moderno della musica. Allora chiese al compositore di modificare la partitura.

Come reagì Mozart? Seguendo le indicazioni del tenore, modificando, cancellando e riformulando gli spartiti nel corso di interi mesi. In una lettera scrisse

“L’aria è infine mirabile, ma c’è l’ennesima modifica da fare sotto raccomandazione di Raaff; tuttavia, ha ragione, e anche se non ce l’avesse, bisognerebbe comunque portare rispetto ai suoi capelli grigi.”

Novembre 1780

Mozart non componeva per l’eternità. Piuttosto, era ben piantato nel suo tempo e scriveva per far funzionare la prossima esecuzione.

Conclusioni

Carte, biliardo, fucili ad aria compressa, giochi da tavolo, bocce e dadi. Il gioco è stato centrale nella vita del musicista più iconico della storia.

Certo, spesso c’era denaro in palio, che è un aspetto che oggi associamo prettamente all’azzardo.

D’altra parte, Mozart era anche quello che non perdeva occasione per imparare un nuovo gioco, per nominarlo nelle sue lettere e per condividere le scoperte ludiche con amici e parenti.

Insomma, un mix da perfetto nerd moderno.

Uno dei più iconici ritratti di Mozart è ironicamente modificato dall'aggiunta di un visore in realtà aumentata stile Dragon Ball in cui è visibile l'immagine di un dado
Mozart il giocatore, 2021

Ritornando alla domanda che ha innescato l’articolo. Ci avrebbe giocato o no a un gioco da tavolo basato sulla visione digitale? Alla già chiara propensione ludica aggiungo tre ragioni a supporto del ‘sì’

In primo luogo, Mozart era figlio del suo tempo e pronto a lavorare su quello che il presente aveva da offrire.

In secondo luogo, il suo genio creativo non mancava di innovare anche all’interno di schemi già ben consolidati.

Infine, Mozart stesso è stato maestro di ibridizzazione. Le celebri opere ‘Don Giovanni’ e ‘Così Fan Tutte’ sono tra gli esempi più riusciti del cosiddetto dramma giocoso, cioè ottenute combinando il genere del melodramma e quello dell’opera buffa.

A conti fatti, sono sicuro che l’avrei convinto a fare una partita 😉

Articoli correlati

Se volete sapere di più sulle sfide della visione digitale applicata al gioco da tavolo, date un’occhiata a ‘2 Pro e 2 Contro per una Start-up che Sviluppa Giochi da Tavolo Ibridi‘.

Per approfondire il tema della semplicità nel (game) design e di come venga a volte bistrattata, vi mando sul sito di Inventori di Giochi a leggere ‘Da cosa nasce cosa: riflessioni di game design leggendo Munari‘.


Bibliografia

Ho scritto buona parte di questo post basandomi sul libro ‘Mozart: Glück, Spiel und Leidenschaft‘ di Bad Honnef, sull’articolo ‘Mozart als Schütze und Billardspieler‘ (purtroppo entrambi disponibili solo in tedesco) e sull’archivio online delle lettere di Mozart.

Ho tratto anche ispirazione dall’episodio #97 del podcast The Dice Tower, da una geeklist dedicata al compositore, e dalla dinamica discussione che ha seguito un mio post riguardo Mozart e i giochi da tavolo su Reddit.

Pixel art by Jere Sikstus

Share this post

Ti è piaciuto il post? Segui anche lo sviluppo dei nostri giochi.
A Tablescope mettiamo la visione digitale al servizio del game design

GIOCHI INCREDIBILI SONO IN ARRIVO!
NON PERDERTELI, REGISTRATI ORA