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4 Lezioni Imparate Giocando a Magic: The Gathering

Gioco a Magic da circa 17 anni. Non sono un professionista ma ogni tanto partecipo a un torneo sanzionato.

Ho raccolto quattro considerazioni venute fuori giocando a Magic che mi sono tornate utili anche nella vita di tutti i giorni.

1. Non avere aspettative rispetto al singolo torneo

Magic è un gioco il cui risultato finale è deciso da una combinazione di abilità e fortuna. Questo significa che l’esito di una partita o anche di un torneo non significa molto.

Imparando a giocare si migliora pian piano la propria percentuale di vittoria, consapevoli però che il successo non sarà mai garantito.

Meglio giocare a scacchi allora? A patto di accettare poi di essere demoliti, senza scampo né giustificazione, dalla Beth Harmon di turno.

O forse semplicemente meglio continuare a giocare a Magic e apprezzare come nel lungo periodo quel 2% di vantaggio faticosamente conquistato migliori le cose.

2. Giochi la mano che tieni

All’inizio di una partita di Magic si mescola il proprio mazzo e si pescano sette carte. Quando la mano con cui si comincia non è buona si può ricorrere a un mulligan, che consiste nel pescare una nuova mano ma ci fa iniziare la partita con una carta in meno.

C’é una barriera psicologica alla base di una decisione del genere visto che ci si troverebbe a concedere un vantaggio all’avversario a partita non ancora iniziata.

Una parte di me vuole sempre convincermi a non fare mulligan e a credere che le future pescate risistemeranno gli astri che si erano ingiustamente disallineati.

La verità è che Magic non è giusto e la matematica dice che alla sfortuna non segue la fortuna.

Giocare bene a Magic significa ricorrere lucidamente al mulligan (nonostante la carta in meno) e in generale fare il meglio possibile con gli strumenti a disposizione.

3. Mana screw e mana flood, the zen way

In una partita le carte di Magic si pagano con il mana, che generalmente proviene da altre carte che si chiamano terre.

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Se non si pescano le terre si entra in quello che è soprannominato mana screw e si perde.

D’altra parte visto che le terre non servono a nulla per conto loro, pescarne troppe produce un mana flood e, indovinate, si perde.

Il mana screw e il mana flood sono gli incubi dei giocatori di Magic: si tratta di momenti frustranti in cui ci si sente perseguitati dalla malasorte.

Proprio perché si tratta di situazioni critiche, gli screw e i flood sono ottime occasioni per fare un metagioco zen. Ci si appella a tutta la grazia a disposizione e si cerca di essere ancora più gentili con l’avversario.

Quando riesce è una bella sensazione di calma e controllo.

4. Impegnati quanto hai deciso di impegnarti

I tornei da cui sono uscito portando a casa una brutta sensazione non sono stati tanto quelli in cui ho perso male, ma più le occasioni in cui avevo deciso di impegnarmi e ho finito col fare errori grossolani.

Prima di partecipare a un torneo di Magic ho imparato a fermarmi e valutare realisticamente le chance di farcela e poi decidere quante energie investire.

Così a volte gioco a Magic concentrato e assassino, altre mi porto la birra e seguo un po’ il cuore.

Poi il successo fa ovviamente piacere ma a prescindere dal risultato una fonte certa di soddisfazione la trovo nella consapevolezza di aver dato quello che mi ero proposto.

Conclusioni

Giocare a Magic e più in generale ai giochi da tavolo, oltre ad essere straordinario per innumerevoli ragioni prettamente ludiche, offre anche occasioni in cui mettere alla prova la propria onestà intellettuale e la capacità di vedere le cose da una prospettiva più ampia.

E voi che avete imparato giocando ai giochi da tavolo?

Featured images by Ryan Quintal/Unsplash

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